Casa Inneschi va a scuola: all’istituto della Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri

Dare corpo all’anima di Casa Inneschi

Il percorso di allestimento di Casa Inneschi, seguito da Kiwi società cooperativa, ha avuto come obiettivo quello di trovare un abito per gli spazi dell’ex-dinamitificio Nobel che ospitano
le attività del progetto Inneschi.

Da subito il percorso ha interessato i più giovani delle comunità aviglianese con un incontro organizzato durante gli open day di settembre che hanno riaperto le porte della preziosa
architettura industriale e hanno permesso di raccontare il progetto alla città.

Attività con le scuola

Il gruppo di lavoro formato, nello specifico, dalla classe 3a A dell’istituto della Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus, è stata ospite del primo laboratorio (e purtroppo l’ultimo
in presenza) di scoperta dell’ex-dinamitificio e di brainstorming basato sulle emozioni generate dalla visita.

Il processo di lavoro è stato strutturato con due incontri ogni 3 settimane, tutti in modalità remota, utilizzando le piattaforme messe a disposizione dalla scuola e con il tutoraggio del prof. Davide Chiarbonello.
Successivamente, a fine ottobre è iniziato il percorso di allestimento vero e proprio.

Il lavoro si è concentrato sulla produzione di immagini che “vestissero” una porzione del corridoio di ingresso dell’ex-dinamitificio con il fine di realizzare un portale per Casa Inneschi e un dispositivo di racconto del territorio.

Un racconto originale per immagini che non fosse di semplice presentazione di panorami, scorci del centro storico e del patrimonio monumentale ma che diventasse un mosaico di visioni di luoghi immaginifici con l’intento di
raccontare storie poco conosciute e di cambiare i soliti paradigmi di narrazione dei territori.

I primi due incontri hanno indicato gli strumenti di lavoro e gli obiettivi del percorso.

I tutor di Kiwi hanno presentato i valori alla base della narrazione e le potenzialità comunicative delle immagini legate al racconto del territorio, facendo una distinzione tra racconto oggettivo (quello dei media, delle istituzioni, della promozione turistica ecc.) e racconto soggettivo, fatto in prima persona dai cittadini e maggiormente legato alle sensazioni e alla sfera emotiva stimolata dai propri luoghi del cuore. Spostando poi il focus sugli obiettivi del percorso ci si è concentrati sulle differenti possibilità di narrazione e rappresentazione, e con l’ausilio di esempi diversi, si è andati alla scoperta di immagini distopiche, futuristiche, illustrazioni, fotomontaggi utili per indicare delle opzioni di lavoro agli studenti.

Il secondo appuntamento è stato dedicato alla mappatura delle emozioni suscitate dalla frequentazione di alcuni luoghi del territorio e attraverso questa alla formazione di 6 gruppi di
lavoro. Gruppi eterogenei per provenienza (molti studenti vengono dai paesi limitrofi ad Avigliana), interessi (fotografia, disegno, illustrazione) e genere, evitando gruppi solo machili
o solo femminili.

Da qui il percorso ha preso il via con il lavoro basato sulle immagini “celebri” catalogate dagli studenti, sull’analisi della mappatura emotiva e sulla tecnica di rappresentazione.
Ogni gruppo ha utilizzato gli elementi identitari del territorio (i laghi, la Sacra di San Michele, le montagne, la storia industriale, i personaggi celebri) e li ha accostati a immagini futuribili e
frutto dell’immaginazione, generando un carosello di illustrazioni che spostano l’attenzione sui temi della contemporaneità (la rivoluzione tecnologica, il riscaldamento globale, le instabilità politiche, ecc) e, al contempo, sono capaci di raccontare i luoghi simbolo e le storie celebri e poco conosciute di Avigliana.

Il materiale è stato, infine, corredato di schede che raccontano il processo creativo, gli autori e le immagini di partenza.

L’intero processo terminerà con la stampa dei lavori degli studenti e l’installazione di pannelli nell’ex-dinamitificio Nobel all’interno di un’architettura effimera che vuole dare il benvenuto ai
futuri visitatori giocando con il mondo dell’immaginazione.

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